modularNell’ambito della recente disciplina che va sotto il nome di “educational technology” (ovvero “tecnologia per l’educazione”), uno dei modelli teorici di riferimento più importanti è il modello TPACK: Technology, Pedagogy and Content Knowledge, modello delle conoscenze relative alla tecnologia, alla pedagogia e al contenuto (disciplinare). Il modello predica che per introdurre efficacemente la tecnologia a scuola (ma anche per insegnare bene la propria materia) il docente deve essere equipaggiato non nelle 3 diverse conoscenze separatamente, ma all’intersezione (in tutte le intersezioni!): conoscenze e strategie pedagogiche per un certo contenuto, tecnologie per supportare certe strategie pedagogiche, etc.

Recenti sviluppi del modello hanno evidenziato come sia utopistico – in ragione della vastità e soprattutto velocità di sviluppo delle tecnologie – per un singolo individuo possedere tutte le conoscenze richieste secondo quanto il modello dice. Il modello si è così evoluto nel “TPACK distribuito”, che mette in luce come il docente sia di fatto un direttore di orchestra che gestisce risorse conoscitive di vario genere, disponibili nell’ambiente (scolastico e anche extra-scolastico).

È peraltro conseguenza ovvia dell’ampliarsi delle possibilità di accesso alle conoscenze (si pensi in primis alla rete) che non sia più pensabile di affidare al docente l’intero “onere” del dover “saper tutto”.

Questo rende molto attuale la proposta del DOL modular per la scuola: si propone infatti che “elementi di conoscenza” vengano acquisiti da docenti diversi nella stessa scuola, per favorire poi scambi peer-to-peer in un’ottica davvero rispondente a quella che il modello TPACK distribuito illustra. La scuola si trasforma così in un ambiente di risorse condivise e in continua evoluzione.